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baglioni canta di un mercato, mentre io sto a quello del super davanti, e qui la domenica mattina ti senti la padrona del mondo vuoto, ché a l’ora che esco io non s’è svegliato nessuno e in giro ci sto solo io e mi dico che pure quello vuoto è un mondo.

abbasso la radio, e scrivo.

ho avuto il mondo, pieno di tutto. e stavo impazzendo, perché era vuoto di sentimenti e io, senza loro, mi sentivo vuota.

vedo in terra un casino di bottiglie vuote e mi dico che un tempo il vuoto a rendere era una ricchezza. e non lo sapevamo.

a volte il sapere non ci rende né liberi né ricchi, specialmente quando ci subentra il troppo, ché spesso quando ci sono troppi soldi e troppa libertà ci viaggiano mille pensieri nel cervello.

io non lo so se ce l’ho, il cervello intendo, ma so che ho un vagone di pensieri sotto i capelli. ecco, forse il cervello è il vagone di un treno. il mio è deragliato tanti anni fa e non sono proprio sicura che ancora sia tutto a posto lì dentro, ché faccio certi ragionamenti e non sono del tutto sicuri, ché ogni tanto vado a sbattere con la realtà.

la realtà di questa mia vita è un po’ come il parcheggio di questo supermercato pieno di bottiglie vuote, e di segnali stradali e tutti in dieci metri. e gira a destra gira a sinistra vai dritto e fai la ruota e a volte mi dico “‘ndo cazzo devo andà?”.

e mentre mi faccio una risata mi guardo i due pioppi. verdi, belli come la speranza, ché a me sfortunatamente non manca. e mentre me li guardo vedo, sotto di loro, due corvi che zampettano. e vedo belli pure loro, anche se non sono verdi.

spengo la radio, scendo dalla macchina e m’incammino per fare la spesa.

entro ridendo, con quest’ultimo pensiero: co’ tutta ‘sta speranza morirò disperata.

sotto i capelli qualcuno mi risponde: ma sicuramente non vuota…