Tag

mi accoglie l’eco dell’inno di mameli, in questo parcheggio del supermercato, e questo m’allieta dai pesanti pensieri. e poi, guardando l’orologio, mi dico che ho ancora mezz’ora tutta per me e sono contenta.

chi s’accontenta gode, dice un detto. ed io me lo dico.

come sono arrivata ho fatto due cose importanti: salutare i miei due pioppi da parte del mio amico maurizio, e chiedere loro clemenza verso chi ha detto delle stronzate su di me e loro. e pensavo.

pensavo a una frase letta a commento di un post su effebi, e cioè che la madre dei cretini è sempre incinta. allora mi dicevo che pure i cretini sono incinta. sì, di stronzate.

sono cretina, ché di stronzate ne ho fatte e scritte tante, forse, ma per me molte non lo erano e non lo sono, forse. quanti forse.

forse i forse sono giustificazioni che uno si dà per affontare il duro che capita dalla realtà. tanta dura realtà ci capita per scelte sbagliate e uno prova a riaddrizzare gli errori come meglio può, un po’ come fa la natura, ché lei cerca di riprendere ciò che ha lasciato farsi togliere, ma poi arriva lo stronzo di turno e.

e tolgo lo sguardo dal quaderno dove scrivo perché mi sento osservata. è un corvo. oggi è solo e mi fissa. zampetta e mi fissa. mi sente sola. forse. ha una bella pancetta, e mentre noto questa cosa scoppio a ridere perché gli dico: ammazza quanto hai magnato!.

ecco, mentre penso mi accorgo che non c’è vento. i pioppi non muovono una foglia. dormono, loro. forse. noi siamo tutti in macchina in attesa, e me li guardo e penso. penso a chissà quanti pensieri avranno, e chissà quante stronzate si diranno per andare/tirare avanti di questi tempi. verranno tempi migliori, mi dico. poi mi pento, ché per esserlo non ci dovrebbe essere più la mamma e quindi io sarei un po’ più libera di essere libera di fare. di fare altre stronzate, forse. e penso.

penso che sto bene così, e voglio godermi ancora mamma, e godo mentre mi accontento dei miei limiti, del mio viaggiare sulle mie nuvole, dei miei pioppi e dei miei forse. e penso che ogni volta che scrivo mi partorisco, e ringrazio di questi miei pensieri anche gli stronzi.

rido come una scema e scendo, ma solo dalla macchina…