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ma scriveteli ‘sti bigliettini, quelli buoni intendo, ma che ve lo devono dire gli altri?, ho esclamato così quando ho letto un post su effebi.

su effebi ci sono tante cose che si dicono, anche di quel tipo, forse per ricordare agli altri che qualcosa di buono ancora c’è in noi e che occorre tirarlo fuori prima che la tecnologia ci mangi quel pezzetto di cervello che ci è rimasto. o forse per ricordarci che siamo ancora umani.

certo che gli umani sono strani forte eh. pure io lo sono, ma c’è chi mi frega. 

ecco, forse non ci frega più di esserlo, ché lasciamo alla tecnologia di fare le nostre veci. veramente a me sembrano feci, e forse è per questo che non riesco ad adeguarmi.

forse crediamo che la tecnologia è quel passo avanti che noi non possiamo fare. fare fare, ma che facciamo per essere il seguito di quella bellezza per cui in tanti hanno lottato e che ci hanno lasciato in eredità? forse l’abbiamo sperperata, e ci ritroviamo sostituiti dalle macchine credendo di farlo per il nostro bene.

ma chi sta bene resta bene e chi sta male, in qualche modo, ci muore.

che confusione che ho nel cervello per questi bigliettini, che poi non è una questione solo di bigliettini, ma della gratuità dei sentimenti che gli umani stanno buttando per una intelligenza che, essendo artificiale, fredda pure il cuore.

ma ritornando a ‘sti bigliettini ricordo l’ultimo che ho scritto. è stato qualche settimana fa. l’istinto non ha resistito, e a quel sorriso ricevuto mentre parcheggiavo in seguito ho risposto con “un sorriso tutto per lei”, e sorridevo mentre alzavo il tergicristallo della sua auto pensando alla sua reazione.

forse sono antica, e quello, e qualcuno, penserà che sono matta, ma che mi frega? che forse i semi quando cadono chiedono il permesso a qualcuno? no, e nessuno li prende per folli.

premesso questo, capita che si cade di cervello per un nonnulla e poi alla fine ci rendiamo nulla noi stessi e solo perché non riusciamo a stare dietro a questa teconologia. assurdo, ma accade. e accade che lei, ormai, ha messo piede dappertutto e nessuno si guarda più in faccia, e nel cuore.

ecco, per esempio qui, dove faccio la spesa, alla cassa stanno tutti con ‘sti cellulari in mano per cercare l’app. e a me viene da ridere, quando la cassiera mi dice “ha scaricato l’app?”, ché rispondo “io scarico solo dopo che ho vinto al gameboy, è uguale?”, e tutti a ridere, magari anche perché non sanno il perché.

sono strana, l’ho anticipato cari miei pioppi, ma anche oggi mi sono strappata un sorriso, e forse pure a qualche robot…

(scritto di getto il 13 marzo 2024)