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“chi si giustifica si accusa automaticamente”. ogni tanto mi torna in mente questa frase, e questa frase, tra una preghiera e un pensiero terreno, ce la ricordava una suora. questa suora aveva le palle, e forse è per questo che non era ben veduta nella sua comunità, e s’asciugava fisicamente sempre di più ché, per dare del tempo a noi, le toglievano quello dei pasti.

a volte mi sento il pasto del volere e del potere. ma chi l’ha deciso che volere è potere, se noi non abbiamo potere su nulla? tutto è già scritto, della nostra vita, noi ci camminiamo solo sopra, anche se ci illudiamo di poter decidere le nostre strade.

decido di fare qualcosa, ma c’è sempre qualche altra cosa che me lo impedisce. e qui mi tornano alla mente le parole di mio padre: ricorda sempre, il dovere al primo posto!. ecco, allora mi dico: in graduatoria che ce devo mette? ma che è una gara la vita?

a volte le leggo ‘ste gare, e mai nessuno che si metta, me compresa, nella pelle degli altri, ché tenere a bada le proprie palle ci rode un po’.

la suora non si faceva rodere nulla, ci sorrideva ed esclamava “quanto soffro”, e poi rideva forte quando le dicevo “a suor michè, ma se lo dici sorridendo chi voi che te crede?”.

ecco, tutta ‘sta tiritera per dire che non avrò le palle, ma la pelle mi parla, e ieri chissà quante cose avrei voluto fare. era domenica ed io, che elemosino il tempo al tempo, mi sono alzata prima di lui e mi sono fatta due conti, ma in mezzo a questi conti ho dovuto metterci quelli del dovere, e così mi sono persa una buona occasione per non giustificarmi, ché mi ci è roduto un po’ dovermi accusare per non avere avuto posto per il piacere. ma.

ma poi, chi è che decide il suo posto?

ieri, dopo tutte le corse, sono stata qui, e mentre guardo il mio sorriso mi vengono in mente le frasi di quella suora e.

e di mio padre…

ERIK 12 ANNI