Inusitato di Orlando Andreucci presentato da Rita Speranza – Roma 12 maggio 2012
24 domenica Giu 2012
24 domenica Giu 2012
03 domenica Giu 2012
Intervista ad Orlando Andreucci in occasione del Live di presentazione del suo nuovo “non progetto” al Pentatonic di Roma – 23 maggio 2012 –
21 lunedì Mag 2012
15 martedì Mag 2012
Negli anni ’50 dall’idea di Michele, Antonio e Viviana Cherubini nasce a Roma un piccolo negozio di strumenti musicali.
Un posto dove l’entusiasmo e la passione dei clienti, trovano risposte nell’entusiasmo di chi dirige e nella passione di chi lavora.
Un sogno costruito su solide capacità imprenditoriali che, anno dopo anno, hanno portato l’azienda ad aprire nuovi e diversi reparti per rispondere in maniera più completa alle esigenze dei musicisti moderni.
1.800 metri quadrati di strumenti musicali, tecnologia ed accessori. 16 reparti, 30 specialisti di settore e la capacità di soddisfare qualsiasi richiesta rapidamente ed in tutto il mondo.
Sono questi, oggi, i numeri di Cherubini. Mezzo secolo di esperienza e di successi che, confermando il valore dell’idea di partenza, stabiliscono le linee guida per l’attività futura.
13 domenica Mag 2012
Tag
cantautore, canzone d'autore, inusitato, live, musica, o. andreucci management, orlando andreucci, orlando management, roma
Come non amare un disco di tale fatta, come non fermarsi tra un toc toc di cuore ed un singulto di tempie mentre questo disco “d’altri tempi” si avvicina all’ascolto dentro una atmosfera notturna, sorniona, amabile e calda, non ne capitano tutti i giorni di queste chicche cantautorali che accarezzano come un guanto di stoffa, di quella che non si tesse più e che fanno parte del baule conscio di chi ha vissuto già per un bel tratto la vita.
Orlando Andreucci è uno chansonnier romano che viaggia con la poesia e con il pensiero altrove, illumina di luce fioca – in questo suo gran bel nuovo disco Inusitato – illusioni e amarezze, un punto luce di romantico raffinato che è relegato al buio, all’ascolto rapito ed immerso come dentro il fumo blu di sigarette immolate in un deliro clubbing senza ore da contare; nel gioco dei rimandi potremmo dire Bruni (“Quando non ci sei”)?, echi di Conte intimo (“Ruth”)? Per carità, è solo un vago retrogusto, nessuna omogeneità tra i vari progetti, è giusto una dolce sensazione che si affibbia ai grandi e Andreucci sta proprio lì in mezzo, nella sua semplice complessività telling che riempie melodie e stati d’animo e che poi fluttuano senza mai toccare terra.
Dieci diamantini grezzi per una tracklist friabile e tenera nella sua bronzatura agrette, solitari di pianoforte, ninne nanne di realtà, schiettezze liriche che danno del tu a dignità e giochi cromatici latin, tratteggi brasileiri e ventagli intimi di Jobim che scorrono come gocce condensate in una lunga confidenza che gattona nell’anima senza curarsi d’altro; ma è anche una sensibilità musicale tipicamente mediterranea, quella di creare anche l’accattivante ritornello che ti si imprime nella testa (“La storia”, “Andrea”), o la suadenza ancheggiante carribean (“Mento”) che si struscia con il ritmo di pianoforte di un fenomenale Primiano Di Biase ondulante che bilancia attimi trascorsi e vite passate (“Quello che rimane”), tutto in questo disco fa stringere la notte chi si porta dietro, tutto si unisce tra equilibri che l’artista Andreucci crea, fa e disfa come un fiotto d’amore non trattenuto, o da non trattenere. Quando l’incanto assume l’immaginifico.
(Max Sannella)
08 martedì Mag 2012
06 domenica Mag 2012
01 martedì Mag 2012
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cantautore, canzone d'autore, live, musica, o. andreucci management, orlando andreucci, orlando management
è un cantautore elegante con l’animo da chansonnier e il cuore da jazzista. “Inusitato“, la sua ultima fatica discografica, è un disco davvero…inusitato. Non capitano spesso album così, fatti di toni garbati, di tranquillità, di riflessione e di classe. Soprattutto fatti di sottrazioni piuttosto che di addizioni. In “Inusitato”, la voce roca e profonda e la chitarra di Orlando vengono accompagnate esclusivamente da un elegante pianoforte. Brani notturni, soffusi, quasi sussurrati, con qua e là elementi più mossi, come la latineggiante “Se” o il valzer di “Ruth“, infilati a pennello fra le 10 tracce per inserire la giusta quantità di movimento al momento giusto.
“Inusitato” ci fa ricordare l’importanza dell’essenzialità, perché in fondo, una bella canzone resta tale sia che venga eseguita da una chitarra senza una corda che da un’intera orchestra. E di belle canzoni, dalla penna di Orlando Andreucci ne continuano a uscire.
Stefano Di Noi
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